È appena stato nominato da Ducati tester ufficiale per la MotoE anche per il 2023: a lui, che ha chiuso la sua carriera di pilota proprio nell’elettrico, toccherà l’esaltante compito di fornire indicazioni dalla pista. Qui ne condivide un po’ con noi, con entusiasmo e dovizia di particolari.
Alex De Angelis sembra davvero una persona grata del suo percorso, il che lo rende generoso verso i colleghi più giovani. Ha corso praticamente in ogni categoria conosciuta, quindi ha un bagaglio di esperienza incommensurabile. In più, ha raggiunto livelli ragguardevoli in ogni categoria in cui ha corso: e questo lo rende un interlocutore autorevole quando si parla di andar forte. Ecco perché la scelta di Ducati di chiamarlo come tester per la MotoE appare piuttosto azzeccata: non a caso, è già stato confermato per tutto il 2023. Sammarinese classe 1984, montato in sella da bambino e praticamente mai più sceso, “il Dea” sta vivendo un’ennesima giovinezza nel progetto di sviluppo della nuova moto elettrica Ducati. L’entusiasmo di aver “tirato fuori tempi incredibili” si mischia alla consapevolezza di contribuire “a un prodotto innovativo”, mentre la suddetta generosità si esprime nel piacere di “rispondere, se me lo chiederanno, a tutte le domande e i dubbi dei piloti che correranno l’anno prossimo: la moto è per loro”.
Allora: com’è far parte di questa intensa fase di sviluppo?
“Guarda, io sono molto contento di tutti gli step della mia carriera! Mi sono ritirato dalle gare al momento giusto e poi è arrivata da Ducati questa proposta per la MotoE: a distanza di un anno, posso assolutamente dire che è stata un’esperienza fantastica. Lavorare direttamente con una Casa Costruttrice, come un vero pilota ufficiale, è stato di un piacere e di una bellezza unica. È bello anche il clima di reciproca fiducia che si è creato con il test team: a ogni giro in pista, la moto andava sempre meglio e io mi trovavo sempre meglio. È stata una soddisfazione anche vedere un pilota come Chaz Davies apprezzare appieno il nostro lavoro, quando è venuto a provare al Mugello: e vederlo andare fortissimo con la moto che avevo sviluppato io!”
Qual è concretamente il lavoro di un tester?
“È molto vario e molto intenso. Ci sono delle uscite che usiamo per fare delle prove di affidabilità, o per fare delle prove sui controlli elettronici, altre per capire il comportamento e le reazioni della moto. Ci sono delle sessioni in cui mi concentro su cose che Ducati ha deciso di testare, e ce ne sono altre in cui l’obiettivo è girare il più velocemente possibile. In questo caso, tra un giro e l’altro, sono io a chiedere ai tecnici di modificare qualcosa sulla moto. C’è la volta in cui bisogna provare un pezzo di telaio diverso, o quella in cui verifichi diversi leveraggi della sospensione. Abbiamo fatto uno sviluppo a 360 gradi: dalla guidabilità all’affidabilità, fino alla ricerca del tempo sul giro”.
Su quali circuiti avete provato?
“Al momento siamo stati al Mugello, a Misano, a Vallelunga e a Modena, mentre a ottobre probabilmente andremo a Jerez. Ad oggi avremo fatto complessivamente circa venti giorni di test in pista.
Avendo a disposizione due moto e grazie al raffreddamento della batteria a liquido, nei tre giorni di test svolti di recente a Vallelunga, ero letteralmente sempre in pista; ho perso il conto di quanti giri e quante sessioni ho fatto! Questo è possibile grazie al raffreddamento a liquido della batteria che mantiene le celle alla loro temperatura ottimale sia mentre la moto è in pista, sia mentre è in ricarica. In questo modo, la batteria si può ricaricare appena la moto rientra ai box, mentre io scendo di nuovo in pista con la seconda moto, e quando rientro ai box, la prima si è già ricaricata e posso uscire per un nuovo turno. Questo aiuterà molto anche i piloti del prossimo campionato a fare più sessioni di prove durante i test pre-stagione”.
Ci puoi spiegare che stile di guida richiede una moto elettrica in pista?
“L’erogazione della potenza di un motore elettrico è completamente diversa e da quella di un motore termico, in particolare l’accelerazione iniziale del primo è quasi irraggiungibile per il secondo. Quindi nelle curve strette, in uscita, l’accelerazione della moto è spaventosa e serve guidare la moto elettrica come una MotoGP: spigolare la curva, raddrizzare subito la moto e “aprire il gas” il prima possibile. Questo permette di sfruttare al meglio l’accelerazione; se acceleri a moto ancora inclinata, la gomma inizia a scivolare e l’elettronica taglia potenza, quindi non riesci ad essere veloce come potresti. Su questo aspetto abbiamo lavorato molto durante i test per trovare il giusto set-up e la miglior mappa di erogazione per uscire veloci dalle curve lente. Nelle curve veloci invece, il bello del motore elettrico l’hai già avuto, la coppia è più bassa ad alta velocità; quindi, quando sei ancora piegato con il ginocchio a terra puoi “aprire tutto il gas” come se stessi guidando una Moto3”.
Quali gomme avete usato durante i test e come ti sei trovato?
“Stesse gomme Michelin in dotazione alle squadre per il campionato 2022. Mi sono trovato molto molto bene; nessun problema di durata o di temperatura né di grip. Posso confermare che le gomme che Michelin ha realizzato per il campionato stanno funzionando molto bene anche sulla Ducati MotoE. Nelle gare della MotoE, in questi anni, è stato un problema il fatto che dai box vai in griglia ma non hai a disposizione il giro di riscaldamento per rodare bene le gomma, soprattutto in quelle piste dove su un lato della gomma ci stai poco. A questo punto quello che succede è che si inizia la gara con le gomme non ancora ben rodate e questo ha dato dei problemi di aderenza al posteriore nelle prime curve della gara ad alcuni piloti, causando anche delle cadute. Questo problema ci sarà anche l’anno prossimo, ma, grazie ai controlli elettronici della MotoE di Ducati, in particolare il sistema Slide Control, si eviterà almeno la caduta del pilota in caso di perdita di aderenza al posteriore, il che non è poco”.
Foto: Ducati
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