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5 domande a Manuel Poggiali

Manuel Poggiali è una delle figure chiave del team Gresini Racing sia in MotoGP che in Moto2 e in MotoE. Fin dalla prima edizione della MotoE World Cup, nel 2019, Poggiali ha studiato la nuova categoria da vicino per migliorare i risultati dei piloti Gresini. In questa intervista ci parla delle sfide per il 2022 e dell’arrivo della MotoE di Ducati l’anno prossimo.

A otto anni diceva di voler fare il motociclista; a nove lo era; a 18 ha vinto il titolo mondiale in 125, a 20 ha conquistato al primo colpo il titolo in 250. Terminata l’esperienza nel motomondiale, il suo modo di restare nel mondo delle moto l’ha portato a conoscere da pilota la Superbike e l’Endurance. Da ultimo, con la nuova maturità che l’ha reso “più razionale”, è arriva anche l’esperienza da “coach” nel team Gresini Racing e il ruolo nella direzione sportiva della squadra di Faenza. “Metto a disposizione la mia esperienza di ex pilota per stare a bordo pista e individuare tutto ciò che è possibile migliorare, anche confrontandosi con la concorrenza. Credo che sia un lavoro molto importante: si raccoglie un’infinità di dati da utilizzare.”

Manuel, tu sei stato coinvolto nel progetto MotoE fin dall’inizio, come giudichi i primi tre anni della MotoE?
“Onestamente, parlando da tifoso oltre che da addetto ai lavori, mi sono rammaricato per non veder crescere il livello tecnico della moto e le prestazioni in pista. Non so i motivi per cui non ci sia stata un’evoluzione, però, per una novità importante come la MotoE, mi sarei aspettato novità tecniche anno dopo anno. Quelle poche novità che ci sono state hanno riguardato principalmente la componentistica: gomme e sospensioni.
Ho notato un interesse crescente nella MotoE da parte delle squadre, dei piloti, degli sponsor e anche dei tifosi, per questo sarebbe necessario avere un’evoluzione di questa categoria che rappresenta una grossa novità per il motociclismo. Indice di questo interesse crescente è infatti l’arrivo di Ducati nel 2023 come fornitore unico del campionato”.

Mancheranno le novità tecniche ma ci saranno comunque molte novità sulla formula del campionato 2022: sette round, quattordici gare e la qualifica in stile MotoGP; cosa ne pensi?
“Allora, sembra che le decisioni sulla MotoE vadano di proposito contro i miei gusti. A me la EPole piaceva molto, perché era un modo bello per dare visibilità a tutti i piloti, a tutte le squadre e ai loro sponsor. È vero che nella EPole i piloti avevano a disposizione un solo giro lanciato e che nell’arco dei quaranta minuti in cui si svolgeva la qualifica, le condizioni della pista potevano cambiare. Però, in un campionato più lungo come sarà quello di quest’anno, i singoli episodi si equivalgono. L’errore è qualcosa che i piloti devono limitare il più possibile e fa parte del gioco; i piloti devono imparare a gestire anche questo aspetto. La EPole era importante anche tecnicamente: un pilota che riesce a fare un solo giro veloce, in tanti casi addirittura più veloce del miglior giro delle sessioni precedenti, e che, allo stesso tempo, gestisce il rischio di cadere e partire in ultima fila, per me sta mettendo alla prova doti importanti. Con le moto tutte uguali, la differenza nasce tutta dal polso e dalla testa del pilota”.

I piloti come guidano questa moto? Lo stile di guida è rimasto lo stessa dal primo anno ad oggi?
“Con le evoluzioni che hanno interessato le sospensioni e le gomme, lo stile di guida della MotoE è cambiato. Se in una prima fase era importante la precisione di guida e la scorrevolezza in curva, oggi questo non è più vero. Oggi ci sono diversi stili di guida che possono essere usati per andare forte con la MotoE. Negli anni, il livello della categoria è aumentato notevolmente e c’è stato un allineamento delle prestazioni dei piloti. L’anno scorso abbiamo visto tanti piloti riuscire a lottare per le posizioni di vertice e ci sono stati sei diversi vincitori nei sette round disputati. Questo rende più belle, emozionanti e interessanti le gare, nonostante la loro durata sia ancora un po’ breve”.

Come sarà lo schieramento del team Gresini nel 2022?
“Lo schieramento 2022 raccoglie un po’ il meglio dei piloti che hanno partecipato alla MotoE in questi tre anni: ci sono state le conferme di Torres, Ferrari, Aegerter e Granado e il ritorno di Smith, Garzò e Canepa. La nostra priorità era di confermare Matteo Ferrari per gli ottimi risultati che ha conseguito negli scorsi tre anni e il rapporto meritava quindi di essere portato avanti. Matteo in tre edizioni della MotoE ha fatto primo, secondo e terzo in classifica generale; un risultato eccezionale. Avevamo bisogno di schierare un pilota competitivo e solido fin dalla prima gara per lottare per la vittoria.
Lo scorso anno a Matteo è mancata la continuità in pista, in quanto ha partecipato solo alla MotoE, mentre tutti i suoi avversari facevano anche altri campionati. Questo è un punto su cui dobbiamo lavorare perché non basta fare una gara al mese, per di più di pochi giri; serve più abitudine alla competizione. Questa è la nostra priorità per la crescita di Matteo. Ferrari è un pilota molto veloce ma gli altri non sono fermi, se vogliamo pensare di batterli dobbiamo migliorare sotto ogni aspetto.
A seguire si è scelto di puntare su un giovane pilota italiano da far esordire in MotoE. Siamo stati attenti a scegliere una figura che potesse creare insieme a Ferrari un buon clima all’interno della squadra. Abbiamo scelto Alessio Finello il cui obiettivo per quest’anno sarà di fare esperienza nel campionato per puntare in alto nel 2023. Il risultato principale che ci aspettiamo da Alessio è quello di imparare e migliorare gradualmente gara dopo gara per arrivare nel finale di stagione ad ottenere discreti risultati. Per lui deve essere un anno per gettare le basi per il 2023″.

Prima hai citato l’arrivo di Ducati nel 2023, ti ha sorpreso il suo impegno diretto in MotoE?
“No, non mi ha stupito. Mi erano già arrivate delle voci e l’annuncio non mi ha colto di sorpresa. Oggi il mercato dell’elettrico sta richiamando tante aziende. Il gruppo VW, che detiene la proprietà di Ducati, sta investendo moltissimo sull’elettrico quindi è comprensibile che Ducati si sia mossa nella stessa direzione.
Personalmente una competizione mondiale mi sarebbe piaciuta di più in versione multimarca, però capisco che in un momento critico per la gestione dei costi, la soluzione del monomarca è più sostenibile. Mi aspetto che quando la situazione generale migliorerà, diventerà possibile aprire la MotoE a più fornitori.
Sarà un bell’impegno ma Ducati ha un’esperienza talmente consolidata in ambito racing che non avrà problemi a gestire la fornitura di tutte le diciotto moto e a garantire il supporto tecnico. Anzi, mi aspetto che Ducati lo faccia a modo suo, alzando notevolmente il livello, come sta facendo anche in MotoGP.
Avevamo osservato che l’interesse per la categoria stava già crescendo anche prima dell’annuncio di Ducati e dopo è ulteriormente aumentato. Anche se quest’anno mancheranno le novità tecniche, ci sarà un calendario molto più ricco di gare, in pratica sarà quasi come un campionato mondiale; questo creerà ancora più interesse verso la MotoE. Poi il salto di qualità importante me lo aspetto appunto con l’arrivo di Ducati nel 2023″.

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