Il direttore esecutivo della MotoE World Cup, Nicolas Goubert, è stato intervistato dal sito spagnolo motorlunews.com e ha parlato di come è nata la nuova classe elettrica della MotoGP. Qui abbiamo ripreso alcune parti dell’intervista.
Perché nessuna delle sei case motociclistiche presenti in MotoGP, che si suppone siano le più avanzate tecnologicamente nel mondo delle due ruote, ha mostrato interesse per la MotoE?
Non direi che non hanno mostrato interesse. Direi piuttosto che non erano pronti. Permettetemi di fare un parallelo con quanto è accaduto nell’industria automobilistica. Il primo a vendere auto elettriche su vasta scala non è stato nessuno dei marchi più noti, ma un’outsider come Tesla. Quando DORNA ha iniziato a sondare il mercato, ci si è presto resi conto che i possibili fornitori erano alcune start-up come Energica e altri marchi negli Stati Uniti.
Mi sta dicendo che aziende come Honda, Yamaha, Suzuki, KTM, Ducati o Aprilia non hanno la tecnologia di una realtà più piccola come Energica?
No, non sto dicendo questo. Se mi chiedete se BMW o Mercedes siano in grado di produrre auto elettriche, direi che possono farle. Ma è una questione di chi crede per primo in una determinata tecnologia, è una questione di tempo, nelle auto Tesla ci ha creduto per prima. Quello che è successo nel settore motociclistico è esattamente lo stesso. Quando sei un marchio affermato e consolidato, prima di fare qualsiasi mossa sei molto attento; a volte è molto più complicato per questo tipo di aziende fare un passo avanti rispetto a una start-up.
Si può quindi dire che i grandi marchi preferiscono che altri si prendano il rischio, siano pionieri, e se funziona allora ci investono.
Non credo che le case automobilistiche o motociclistiche siano felici di vedere qualcuno al di fuori del loro mondo che inizia con questa tecnologia e molto meno lo sarà se avranno successo. Ma quando Energica ha preso la decisione di avventurarsi nel mondo delle moto elettriche o nel caso di Tesla nel mondo dell’auto, la grande industria automobilistica o motociclistica tradizionale non credeva abbastanza in una tecnologia così dirompente per prendere la stessa decisione, in quel momento. Questa è per me l’unica differenza.
E’ obbligatorio parlare di sicurezza, e non solo per quello che è successo a Jerez. Ai commissari di pista viene spiegato di allontanarsi immediatamente da una moto incidentata se le luci di segnalazione sulla moto sono rosse. Cosa significa, che la moto è pericolosa?
Abbiamo chiesto ad Energica di mettere una luce di sicurezza su entrambi i lati della moto per avvertire tutti coloro che possono entrare in contatto con la moto – commissari, meccanici e così via – se c’è il rischio di rischio di scossa elettrica. Abbiamo detto al personale di pista di non toccare la moto se la luce è rossa. È una cosa che hanno fatto in E-Formula fin dall’inizio e noi abbiamo pensato che fosse una buona idea, così abbiamo chiesto ad Energica di fare lo stesso.
Per quanto riguarda l’incendio di Jerez, può dirci se la causa dell’incendio è stata chiarita?
L’inchiesta sull’incidente di Jerez è ancora aperta, non abbiamo ancora le conclusioni finali. Ma quello che posso dirvi è che quando accade un incidente di questo tipo, si guardano di nuovo tutti gli aspetti per vedere dove si può fare meglio. E’ esattamente quello che stiamo facendo dall’incidente di Jerez in poi.
L’attuale formula del campionato è l’embrione di che cosa?
Quando si inizia un nuovo percorso con una nuova tecnologia, è molto difficile sapere esattamente dove si va a finire. Chiariamo che non puntiamo a sostituire niente di quello che esiste, ma crediamo che le tecnologie legate alla mobilità elettrica, su cui stiamo lavorando, abbiano un potenziale altissimo. Ma sappiamo anche che ci vorrà del tempo, senza dubbio. Noi oggi stiamo aggiungendo qualcosa in più all’esistente. Il primo passo è mostrare alla gente che si possono fare delle buone gare e divertirsi con delle moto elettriche. Sono molto fiducioso che le gare saranno equilibrate, perché tutte le moto sono uguali, sarà divertente.
I costruttori presenti in MotoGP come stanno prendendo questa nuova classe?
Penso che tutti guardino a quello che stiamo facendo e se il pubblico e i media si interesseranno alla MotoE. Ci sono costruttori che lavorano sulla mobilità elettrica già da molti anni, come KTM, Harley Davidson, o Yamaha….. Sono sicuro che faranno molta attenzione a quello che faremo.
Potete trovare le precedenti interviste a Nicolas Goubert con altri dettagli sulla MotoE World Cup qui (link).
L’intervista originale in spagnolo è disponibile qui (link).