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Lucio Cecchinello: la MotoE rappresenta un cambio epocale, orgoglioso di farne parte

Lucio Cecchinello con i piloti 2021 dell’LCR E-Team

Nel “circus” della MotoGP Lucio Cecchinello è un’istituzione. “LCR Honda Team Principal, Former 125cc road racing rider, all motorsports lover”, secondo la sua autodefinizione su Twitter, Cecchinello si appresta a iniziare, con il solito mix di competenza e pragmatismo, la quarta stagione con le moto elettriche, in qualità di Team Manager LCR E-Team. Nato a Venezia nel 1969, è stato un fortissimo pilota classe 125: dopo aver smesso di correre nel 2003 (con un palmares che conta sette vittorie, un quarto posto finale come miglior risultato e un indimenticabile trionfo al Mugello nella sua ultima stagione da pilota), Cecchinello dirige da allora la squadra che aveva fondato nel ‘96. Da manager si è subito distinto per la capacità di scoprire talenti (ha lanciato, per dire, un certo Casey Stoner) e per quella di gestire gli sponsor. Il suo parere su presente e futuro di questa nuova classe è dunque particolarmente interessante.

La prima vittoria del team LCR in MotoE con Miquel Pons a Barcellona

Lucio, come avete iniziato la stagione 2021 della MotoE World Cup?
“Nel passaggio dalla stagione 2020 a quella 2021, ci siamo trovati in una situazione critica per i piloti. Noi abbiamo iniziato nel 2019 con Canepa e De Puniet, poi nel 2020 con Canepa e Simeon. Avevo scelto questi piloti che partecipavano anche al mondiale Endurance perchè le gare non erano mai state in sovrapposizione con la MotoE. Nel 2021 invece si è verificata una sovrapposizione in occasione del GP di Misano e mi sarei trovato a schierare due sostituti in MotoE per quella gara.
La posizione di Dorna fin dall’inizio è stata quella di tutelare al massimo il profilo del campionato, per questo ha preteso che tutti i piloti iscritti alla MotoE prendessero parte a tutte le gare. Avere dei piloti che corrono in due campionati e che non prendono parte alla gara della MotoE alla prima sovrapposizione, avrebbe influito negativamente sull’immagine della MotoE, facendola sembrare ai media un campionato poco importante. Per questo fin dall’inizio Dorna ha imposto questa clausola contrattuale.
Abbiamo fatto presente a Dorna che per noi era molto importante poter contare sui piloti che avevamo scelto. Inoltre, pensavamo che il profilo di Canepa e Simeon, entrambi vincitori nel mondiale Endurance, potevano dare un valore aggiunto all’immagine della MotoE. Purtroppo, Dorna non ha acconsentito ad iscrivere al campionato piloti che già sapevano che avrebbero saltato delle gare.”

Kevin Zannoni al debutto in MotoE con l’LCR E-Team

“In attesa che la situazione si risolvesse, mi sono ritrovato ad aspettare fino ai primi di gennaio con i test in programma a metà marzo. A quel punto ho dovuto decidere e ho scelto altri due piloti. Abbiamo superato questa difficoltà puntando su due giovani: Miquel Pons, molto competitivo nel CEV (Campionato Spagnolo Velocità) e Kevin Zannoni, altrettanto competitivo nel CIV (Campionato Italiano Velocità).
Siamo molto contenti dei risultati che hanno ottenuto (una vittoria e un 3° posto per Pons, un 4° posto per Zannoni). Miquel ci ha messo poco ad adattarsi perché aveva esperienza con moto di grossa cilindrata.  Kevin invece ha patito di più arrivando dal CIV Moto3; non per mancanza di talento ma per mancanza di tempo in pista. Serve pratica per abituarsi ad una moto così pesante, grande e potente in termini di coppia. Sicuramente Kevin ha svolto un grande lavoro per riuscire a portare a casa bei risultati nell’ultima parte di stagione.”

Quanto è stato importante il supporto della squadra per la crescita di Pons e Zannoni?
“Se vuoi puntare in alto e fare bene le corse c’è un solo modo ed è impegnarsi a fondo per preparare le gare. I nostri piloti sono giovani e non conoscevano alcuni circuiti; per questo li abbiamo portati sia a Misano sia in Austria. Ci siamo impegnati ed abbiamo investito tempo e risorse in questi test che abbiamo svolto con le nostre CBR1000RR.
Credo che questo impegno sia stato ripagato; i bei risultati delle gare a Misano sono anche il frutto dei turni di test che avevamo svolto lì.”

Cosa ti è piaciuto della MotoE di quest’anno?
“Vedo la MotoE in costante sviluppo sotto tutti gli aspetti: nella parte regolamentare, tecnica, mediatica e così via. È ovvio che ognuno di noi ha la propria idea e spera che l’evoluzione della categoria sia più veloce, però ci sono delle dinamiche che non possono essere aggirate. Teoricamente potrebbe crescere più velocemente rispetto a quanto è avvenuto, ma mi rendo anche conto che gli organizzatori ed Energica hanno dovuto fare i conti con budget, pandemia e capacità economica dei team.
Per esempio, sappiamo che il peso della moto potrebbe essere ridotto cambiando il motore o con delle batterie più leggere, magari dotate di un sistema di raffreddamento migliore che ne aumenti l’efficienza. Potremmo immaginare di avere un traction control e così via. Però tutto questo è facile da immaginare per chi sta a casa a vedere le gare ma per chi le moto le costruisce o le gestisce non è per nulla scontato.
Le basi per far crescere la categoria più velocemente ci sono, ma serve avere un po’ di pazienza, le novità col tempo arriveranno. Teniamo presente che questo campionato è iniziato con l’incidente di Jerez che ha distrutto tutte le moto; quindi, ogni nuova cosa che viene introdotta deve essere attentamente vagliata sul piano della sicurezza. Dorna ed Energica su questo fronte hanno speso tantissime energie. È stato fatto uno sforzo importante per migliorare la sicurezza sotto ogni aspetto.”

Miquel Pons in gara in Austria

Ma quindi ci saranno delle novità per il 2022?
“Noi abbiamo fatto delle specifiche richieste a Dorna per cercare di aumentare il tempo a disposizione in pista: quindi più prove e più gare. Abbiamo dato delle indicazioni in termini di prestazioni delle batterie mostrando che già con il sistema di raffreddamento attuale potremmo fare un giro in più su tutti i circuiti senza avere cali di potenza. In più abbiamo espresso il nostro parere negativo sulla Epole; già nelle sessioni di prove si possono fare pochi giri, se poi in qualifica se ne può fare uno solo è troppo penalizzante. E poi abbiamo chiesto la possibilità di fare più gare.
Rispetto alla moto, non so cosa succederà, mi aspetto che Energica qualche novità la porti. Non so se saranno novità grandi o piccole, ma anche se dovessero essere novità minori, teniamo conto che il mondo intero è appena uscito da due anni catastrofici. Portare importanti novità che rivoluzionano la moto vuol dire costi maggiori, nuove parti di ricambio in un periodo in cui a fatica le squadre riescono a trovare il 60-70% dei budget che avevano prima della pandemia.
Mi aspetto che lo sviluppo punterà ad estendere la durata di gara, facendo più giri. Il messaggio dovrebbe essere che stiamo lavorando per aumentare l’efficienza energetica della moto. Questi cambiamenti tecnico-sportivi avranno una ricaduta molto positiva sulla parte mediatica perché, più gare e più giri, significano più visibilità anche per gli sponsor e maggior attrattività per la categoria. Non ci aspettavamo che Dorna proponesse una formula così interessante, siamo rimasti sorpresi. Noi avevamo proposto più eventi, non solo sette, e un campionato più lungo che non finisse a settembre ma a novembre. In più avevamo chiesto di cambiare la Epole in modo da avere almeno tre giri lanciati. La risposta di Dorna è stata ottima perché ha ascoltato le nostre istanze e in certi casi è andata addirittura oltre, proponendo quattordici gare e le qualifiche in formato MotoGP con la Q1 e la Q2.”

Come viene vista la MotoE nel paddock del motomondiale?
“La MotoE sta acquisendo considerazione ma resta confinata ad un pubblico limitato. Per gli addetti ai lavori, si è partiti con un atteggiamento di distanza, perché sai, ‘noi siamo il Motomondiale’, però poi è nato subito l’interesse per le gare e posso garantire che quando c’è la gara sui display nei vari box, anche i meccanici delle altre classi la guardano.
I miei sponsor finché hanno potuto entrare in pista, prima delle restrizioni Covid, sono sempre andati a visitare il paddock della MotoE con grande interesse.
Michelin ha fatto un’iniziativa molto interessante per portare le persone nel paddock della MotoE: ha realizzato uno stand dove spiega quali sono le tecnologie che il costruttore francese sta sviluppando in MotoE e che trasferirà prima alla MotoGP e poi ai prodotti commerciali. In questo stand viene mostrato come rifiuti come bucce d’arancia o pneumatici usati diventano pneumatici nuovi per le gare. Dai, rispetto all’inizio la MotoE sta guadagnando la sua considerazione tra gli addetti ai lavori.”

I media e le televisioni hanno un ruolo fondamentale per far arrivare la MotoE al pubblico, com’è la situazione su questo fronte?
“Il discorso media non è facile. Ogni network televisivo prende le decisioni in modo autonomo. Per quanto ne so la MotoE fa parte del pacchetto MotoGP; quindi, le televisioni i diritti li hanno già. Il mio auspicio è che le gare diventino di maggior interesse per il pubblico perché sono gare brevi, piacevoli, combattute dal primo all’ultimo giro, sono gare sprint quindi il tempo davanti alla tv è molto più limitato rispetto alle altre categorie.
Io penso che ci voglia anche un po’ di pazienza per dare tempo al pubblico per interessarsi alla categoria. Sarebbe molto importante che anche le principali testate giornalistiche seguissero di più questa categoria, come fanno con le altre.
Mi spiace vedere che spesso la MotoE venga ignorata quando invece ci sarebbero veramente tantissimi contenuti da approfondire, non solo per la parte sportiva ma anche per quella tecnica. Energica, Dorna, Enel X, stanno sviluppando in MotoE le tecnologie che tra pochi anni saranno nelle case di tutti noi, però a volte per i media è più facile attingere al gossip della vita privata dei piloti.”

Kevin Zannoni in gara in Austria

“La direzione che il mondo ha preso è di andare verso sistemi di propulsione alternativi di cui l’elettrico è il principale; se ne dovrebbe parlare di più anche nel nostro sport. Il pubblico della MotoGP e gli appassionati del motore endotermico, tra cui mi metto anch’io, possono stare tranquilli che per una decina d’anni almeno ci saranno ancora le moto con motore a combustione. Arriverà però un momento in cui saranno i governi nazionali stessi ad imporre alle case costruttrici di cambiare e andare verso altri tipi di prodotti più ecosostenibili.
È un cambio epocale. Ancora oggi il motore a due tempi mi fa venire la pelle d’oca ma anche lì successe la stessa cosa. Ad un certo punto si decise che quella tecnologia andava cambiata. Il primo paese a bandire i motori a due tempi fu l’Indonesia perché a Jakarta non si poteva respirare tanto era l’inquinamento dei mezzi di trasporto che lì appunto erano soprattutto scooter e piccole moto a due tempi. Lo stesso avverrà per i motori a combustione. Personalmente sono orgoglioso di partecipare ad un progetto con una simile ricaduta sulla vita delle persone e volto a costruire il futuro per tutti noi.”

MotoE World Cup 2021
La stagione di Kevin Zannoni

MotoE World Cup 2021
La stagione di Miquel Pons

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