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David Emmett intervista Nicolas Goubert, il direttore della MotoE

La partenza della gara della MotoE al Sachsenring

David Emmett è il direttore di Motomatters e uno dei più rispettati giornalisti del mondo delle corse di moto. Nicolas Goubert è stato per anni il responsabile della Michelin per la MotoGP e ora è il direttore esecutivo della MotoE World Cup, la nuova classe elettrica della MotoGP. Dall’incontro dei due in occasione del GP di Le Mans è nata una lunga intervista in due parti uscita su Motomatters.com ; qui vi proponiamo alcuni passaggi dell’intervista. Il primo riguarda l’incendio a Jerez che ha distrutto l’intero Epaddock (il nome del paddock della MotoE) incluse tutte le moto e le attrezzature.

Il paddock distrutto dall’incendio a Jerez

Conoscete ora la causa dell’incendio?
Al momento l’indagine è ancora in corso, sappiamo che si è sviluppato in una parte della struttura che non era assegnata ai team. Eravamo consapevoli dei rischi: un incendio o un corto circuito. Per chi vive nei paddock sa che sono eventi che possono succedere, anche in MotoGP l’anno scorso una Suzuki è andata distrutta dopo aver preso fuoco. Qui il problema è stato che tutto era nello stesso spazio, con box divisi l’incendio avrebbe riguardato due o al massimo tre team.

Per le gare cambierete qualcosa?
Sicuramente per le gare del campionato cambieremo disposizione delle varie aree dell’Epaddock, come la zona di ricarica, ma ne stiamo ancora parlando.

Le Energica Ego Corsa ricostruite in pista per i test a Valencia

Energica ha ricostruito tutte le moto in poco più di due mesi; impressionante per un piccolo costruttore.
Sì, è un piccolo costruttore ma il giorno dopo l’incendio erano già in piedi e pronti a ripartire. Il problema principale è stato avere in tempo i componenti da tutti i fornitori (celle delle batterie, forcelle, strumenti, colonnine di ricarica – ndr). Francamente non penso si sarebbe potuto fare in meno tempo di così. Tanto di cappello a Energica e a tutte le persone che hanno reso la ripartenza possibile: Dell’Orto, Brembo, Marchesini; non è facile in poco più di due mesi ricostruire tutto perché è materiale specificatamente realizzato.

Le prime prove di ricarica con la MotoE a Jerez

In questi mesi cos’avete affrontato di inaspettato, a parte ovviamente l’incendio?
Quando abbiamo fatto il primo test a Jerez lo scorso novembre, avevano previsto 3 sessioni per ogni giorno. Solo che le ricariche non funzionavano come ci aspettavamo. Le colonnine sono le stesse che si trovano sulla rete stradale e non ne erano mai state messi in parallelo dieci o più assorbendo energia da una fonte comune. Per strada ognuna sta per conto suo. (A Jerez alcuni piloti tra un turno e il successivo non riuscivano a ricaricare al 100% la moto e hanno girato a carica parziale – ndr). Il voltaggio della corrente è 380V e il software di gestione era stato modificato per farle lavorare in parallelo dalla stessa fonte di energia, ma non è stato sufficiente. La capacità di ricarica ha influenzato molto il regolamento delle gare; pensate ad esempio ad una ripartenza: deve essere completamente diversa da quella di una gara normale perché non puoi semplicemente riempire il serbatoio, devi ricaricare la batteria e richiede più tempo e non può avvenire in griglia ma solo nel paddock.

Josh Hook del team Octo Pramac MotoE

Spostandosi nel paddock, le moto dovranno essere spinte?
Sì, per motivi di sicurezza, non vogliamo che si spostino tra la gente che affolla il paddock in un weekend di gare. Sempre riguardo la sicurezza, ogni moto ha un avvisatore acustico che si accende quando viene inserito il limitatore in corsia box (anche se alcuni piloti si dimenticano di accenderlo – ndr) e due luci, una per lato, che indicano se la moto è sicura dal punto di vista elettrico. Luce verde ok, luce rossa nessuno può toccare la moto tranne il personale autorizzato. Abbiamo pensato a molte soluzioni per migliorare la sicurezza ma sappiamo che durante i weekend di gara nuovi problemi usciranno, è per questo che si fanno le gare.

Quale sarà la sorpresa maggiore per i tifosi?
Il suono, perché è veramente molto molto diverso. Sono sicuro che la gara sarà divertente da vedere. Abbiamo moto uguali. Abbiamo alcuni nomi famosi. Abbiamo piloti di dieci nazionalità diverse. Abbiamo tutto per coinvolgere il pubblico durante le gare, il fatto che saranno gare brevi non è un grosso problema, sono abbastanza fiducioso su questo.

Niki Tuuli, del team Ajo MotoE in pista al Sachsenring

Diventa realtà il suono delle moto che passano sui cordoli, perché è un rumore che non si sente mai. Poi ti rendi conto, wow, che è terribile. Si può davvero sentire la vibrazione, e non è qualcosa che si prova se non si guida.
Sì, si sente anche la saponetta che striscia sull’asfalto; penso che in TV se riusciamo a mettere il microfono nel posto giusto sulla moto sarà interessante. Se riusciamo a fare un buon lavoro in TV, allora tutto sarà più facile. Comunque in TV non si sente mai il vero suono. Per la gente in pista è diverso, è un grande punto interrogativo. Sicuramente qualcuno dirà: “Ehi, ma non fa abbastanza rumore”. Però ad alcune persone piacerà perché è un suono molto diverso, è molto futuristico.

Per il testo completo dell’intervista in inglese vi rimandiamo al link di Motomatters.com : parte 1 (link) e parte 2 (link)