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5 domande a Francesco Guidotti

Francesco Guidotti è un nome che, per gli appassionati di moto, non ha bisogno di presentazioni. Figlio e fratello d’arte, con le moto nel DNA, ha “visto la sua prima gara a 4 mesi”. Da grande, ha iniziato a lavorare a bordo pista con ruoli tecnici, ma carattere ed esperienza l’hanno portato a fare, da diverse stagioni, il Team Manager, ovvero, secondo la sua stessa definizione di un po’ di tempo fa, “una figura con un certo carisma, uno che quando dice una cosa, 9 volte su 10 riesce a realizzarla; uno che deve cercare di prevenire i problemi perché, quando arrivi in pista, deve funzionare tutto”. Dopo aver accumulato esperienza praticamente in tutte le classi, a 46 anni tiene a battesimo la nuova avventura della MotoE, in qualità di Team Manager Pramac Racing MotoE. I primi test di Jerez, tra pioggia e necessità di alternare due piloti (De Angelis e Hook) su un’unica moto, hanno lasciato sensazioni positive, ma limitate (leggi qui le considerazioni di De Angelis). L’esperienza di Guidotti, però, è in grado di compensare la carenza di dati (“ci sono aspetti totalmente nuovi da considerare con molta attenzione – ammette – e la tensione è tanta!”) mentre la sua nota schiettezza gli consente di dare qui le sue prime impressioni.

1 – Non tutti i Team hanno accettato la sfida della MotoE. Perché voi sì?
Principalmente perché il fatto di partire da zero offre l’opportunità di contribuire alla creazione e allo sviluppo di questo progetto. Un’occasione così non capita tutti i giorni e questo è un aspetto molto coinvolgente.

2 – L’aspetto del business: pensi che la classe MotoE contribuirà ad attirare nuovi sponsor?
Noi la stiamo vivendo come un’opportunità di crescita a 360 gradi, un terreno tutto da esplorare. Certo ci sono dei rischi, ma pensiamo la MotoE possa portare da una parte un ampliamento dell’orizzonte a livello tecnico e, dall’altra, essere attraente anche per nuovi sponsor, sì.

3 – Considerata l’anima “ecologica” della MotoE, pensi che avrete sponsorizzazioni specifiche, più green, che nelle altre classi non si vedono?
Non solo. Al momento stiamo riscontrando interesse da parte di diverse tipologie di aziende, consapevoli di poter approcciare questa categoria, che è all’interno dei weekend Motogp, con budget più abbordabili di qualsiasi altra classe. Secondo me vedremo qualcosa di interessante a partire dalle stagioni a venire, quando il campionato avrà un’identità più forte.

Josh Hook in pista con la MotoE a Jerez

4 – La MotoE avrà caratteristiche completamente diverse da quella della FormulaE. Pensi sia la strada giusta?
“Nella FormulaE ci sono aspetti molto interessanti, primo fra tutti la possibilità di correre nei centri delle grandi metropoli: sarebbe molto suggestivo se fossero replicati anche nella MotoE, ma chiaramente la sicurezza non lo permette. In generale auto e moto hanno esigenze molto diverse”.

5 – Qual è stato il bilancio generale dei primi test svolti a Jerez?
“C’era molta attesa di vedere moto e piloti girare insieme, sembrava davvero il primo giorno di scuola anche per noi che calchiamo i circuiti da anni! Direi che comunque il bilancio è molto positivo: abbiamo finalmente iniziato a prendere un po’ le misure con tutta la struttura organizzativa, anche questa tutta da rodare”.